El Niño semina fame e malattie tra l’infanzia

Zurigo/Nairobi/New York, 8 luglio 2016 – L’ultimo El Niño è stato uno dei più devastanti dall’inizio dei rilevamenti e ha messo in ginocchio diverse regioni. Il fenomeno climatico ha provocato siccità estrema alternata a violenti acquazzoni, e la situazione peggiora con i mesi estivi. Le conseguenze per l’infanzia sono drammatiche. Un nuovo rapporto dell’UNICEF riporta cifre e fatti che illustrano la portata del disastro. Nelle regioni più duramente colpite dell’Africa meridionale e orientale, 26,5 milioni di bambini sono minacciati dalla fame e dalle malattie, e hanno urgente bisogno di aiuto.

I bambini soffrono la fame a causa della perdita dei raccolti
In molti paesi, la siccità ha sterminato i raccolti, risorse già duramente intaccate stanno raggiungendo i loro limiti. Le famiglie colpite, dopo aver venduto le loro proprietà e aver razionato i pasti, non sanno più come far fronte all’emergenza. La fame e la penuria idrica mettono in ginocchio proprio i paesi già debilitati dall’insicurezza alimentare e dalla miseria. Molti abitanti hanno perso tutto, il bestiame è morto di sete, i campi sono inariditi. Urge intervenire per proteggere l’infanzia.

L’infanzia africana è la più colpita
26,5 milioni di bambini dell’Africa meridionale e orientale soffrono la fame. Un milione di loro ha urgente bisogno di cure per limitare gli effetti della denutrizione acuta. L’Etiopia sta vivendo la peggiore crisi alimentare da cinquant’anni a questa parte. Circa 10,2 milioni di persone, tra cui sei milioni di bambini, hanno urgente bisogno di aiuto. L’insicurezza alimentare minaccia la vita di 1,5 milioni di bimbi nel Malawi meridionale. Quasi la metà dei minori di cinque anni è sottopeso. I bambini che per lungo tempo non possono nutrirsi a sufficienza subiscono danni sovente irreparabili allo sviluppo fisico e mentale. Questa crisi potrebbe cancellare d’un sol colpo decenni di progressi nel campo della riduzione della mortalità infantile e della promozione dell’istruzione, senza contare che all’orizzonte si profila La Niña, un fenomeno climatico dagli effetti opposti rispetto a El Niño e atteso ancora quest’anno.

Aumenta la diffusione di malattie potenzialmente letali
I neonati e i bambini della prima infanzia sono i primi a soffrire delle conseguenze della penuria idrica e della carenza di cibo, nonché delle precarie condizioni igieniche che favoriscono la diffusione di malattie. I bimbi calano velocemente di peso e sono facili prede di malattie potenzialmente letali come la diarrea, la polmonite, il morbillo e la malaria, tra le cause evitabili di decesso più frequenti tra i bambini della prima infanzia.

In Sudamerica, soprattutto in Brasile, El Niño ha creato un habitat ideale per la proliferazione della zanzara tigre, che trasmette la febbre dengue, la febbre gialla e il virus Zika. L’eventuale avvento di La Niña potrebbe accelerare ulteriormente la diffusione di quest’ultimo anche in aree non ancora colpite.

Nell’Africa meridionale, si teme che El Niño possa favorire la diffusione dell’HIV e incrementare il tasso di mortalità delle persone sieropositive. Uno studio dell’UNICEF condotto nell’Africa subsahariana ha infatti rilevato che dopo ogni periodo di siccità i contagi da HIV aumentano dell’11 per cento. I motivi sono molteplici: innanzitutto, durante le crisi alimentari la terapia antiretrovirale passa in secondo piano, in quanto i malati tendono a destinare i pochi mezzi all’acquisto di cibo piuttosto che alla trasferta verso i centri sanitari. Secondariamente, siccità e penuria alimentare spingono molte ragazze a prostituirsi. I sistemi immunitari già debilitati, infine, soccombono prima al virus. La mortalità dei bambini sieropositivi denutriti è due-sei volte superiore a quella dei bambini sieropositivi non denutriti.

Appello ad agire
Nel rapporto «El Niño’s impact on children: it’s not over», l’UNICEF illustra le conseguenze di El Niño sull’infanzia e si appella alla comunità internazionale.

«Milioni di bambini e le loro comunità hanno bisogno di aiuto per sopravvivere, per prepararsi alle conseguenze umanitarie di La Niña e per attivare meccanismi di adattamento e di prevenzione delle catastrofi causate dai mutamenti climatici», spiega Afshan Khan, Direttrice dei programmi d’emergenza dell’UNICEF. «I bambini colpiti da El Niño e La Niña vivono sulla loro pelle tutte le ripercussioni di questi mutamenti.»

L’UNICEF si trova nelle regioni colpite per rafforzare la resistenza dei bambini e delle loro famiglie. Sensibilizza la popolazione sull’importanza delle misure di preparazione ai fenomeni climatici, si impegna per lo stanziamento di fondi nel campo dell’istruzione e dell’ambiente, distribuisce farmaci, cibo terapeutico e acqua potabile ai bimbi denutriti e organizza campagne di vaccinazione contro malattie come il morbillo, la polmonite, la diarrea e la polio.

El Niño
El Niño è un fenomeno climatico globale che colpisce milioni di persone. Il riscaldamento della superficie delle acque dell’Oceano Pacifico devia il corso delle correnti e provoca inondazioni nelle zone interessate, ma anche siccità nelle aree più lontane. Negli ultimi decenni, il fenomeno si è verificato ogni due-sette anni ed è durato tra i sei e i diciotto mesi. Quello manifestatosi negli ultimi due anni è il più devastante da cinquant’anni a questa parte. In vaste regioni africane, El Niño ha provocato siccità e inondazioni, distruggendo i raccolti. I bambini soffrono la penuria di cibo e di acqua, si ammalano e non hanno accesso all’istruzione.

Il rapporto completo dell’UNICEF «El Niño’s impact on Children: it’s not over», con diversi dati, fatti e grafici, può essere scaricato qui: El Niños impact on children: it’s not over (in inglese)

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