La mancata distribuzione di pasti nelle scuole mette a rischio il futuro di 370 milioni di bambini

L’UNICEF e il Programma Alimentare Mondiale (PAM) mettono in guardia sul rischio che l’emergenza coronavirus faccia crescere la fame tra i poveri nel mondo. La chiusura delle scuole comporta la sospensione della distribuzione dei pasti a 370 milioni di bambini. Il PAM e l’UNICEF si appellano ai governi affinché evitino gravi conseguenze alimentari e sanitarie per l’infanzia.

© UNICEF/UN0150228/Dejongh
Alunni in Costa d’Avorio, 2017

Per milioni di bambini nel mondo, il pasto distribuito a scuola è l’unico che consumano durante la giornata. Senza, rischiano l’inedia, di ammalarsi o di interrompere gli studi, e di perdere così la loro possibilità migliore di spezzare il circolo vizioso della povertà. Secondo il Direttore esecutivo del PAM David Beasley, è necessario agire subito affinché la crisi sanitaria non porti a una catastrofe alimentare.

I pasti distribuiti nelle scuole sono importanti soprattutto per le bambine, poiché in molti paesi poveri sono l’unica ragione che spingono i genitori a mandare le figlie a lezione e a risparmiare loro pesanti lavori domestici o matrimoni precoci.

«La scuola offre ben più del mero aspetto educativo: per molti bambini è un’àncora di salvezza, un luogo dove trovare sicurezza, cure mediche e cibo. Se non interveniamo subito con aiuti salvavita per i bimbi più vulnerabili, dovremo fare i conti con le conseguenze dell’emergenza coronavirus ancora per decenni», ha dichiarato Henrietta Fore, Direttrice generale dell’UNICEF.

Oltre agli aiuti alimentari, a scuola i bimbi dei paesi poveri beneficiano anche di servizi sanitari come vaccinazioni e cure di sverminazione. 

In risposta a un recente rapporto del Segretario generale dell’ONU nel quale viene svelato il numero di bambini che non ricevono più i pasti a scuola, il PAM e l’UNICEF stanno ora collaborando con i governi allo scopo di assistere gli alunni che non possono frequentare la scuola durante la pandemia. In 68 paesi, vengono messi a disposizione aiuti alimentari, buoni o contanti. 

Nei prossimi mesi, il PAM e l’UNICEF sosterranno inoltre i governi affinché gli allievi che torneranno a scuola possano beneficiare di programmi sanitari e della distribuzione di pasti, il che dovrebbe anche fungere da incentivo per i genitori per rimandare i figli a lezione. Un mappa online consente altresì di monitorare i bambini che necessitano di aiuti alimentari a scuola. 

Per attuare queste misure - che inizialmente si concentreranno su trenta paesi a basso reddito o poveri a beneficio di dieci milioni di bambini – l’UNICEF e il PAM hanno bisogno di 600 milioni di dollari. I loro interventi saranno coordinati con la Coalizione Globale per l’Istruzione guidata dall’UNESCO al fine di garantire la continuità dell’apprendimento nonostante l’interruzione causata dalla pandemia di coronavirus.  

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