L’UNICEF acquista oltre mezzo miliardo di siringhe per eventuali vaccinazioni contro il Covid-19

Mentre il mondo intero attende il vaccino contro il Covid-19, l’UNICEF, in collaborazione con la GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunization) e l’OMS, ha iniziato a porre le basi per una fornitura rapida, sicura ed efficace del farmaco. In tale ottica, fa scorta di siringhe e altri beni di prima necessità, e verifica le catene del freddo.

© UNICEF/UN0200244/Singh

Non appena un vaccino contro il Covid-19 avrà superato tutti i test, avrà ottenuto la licenza e sarà raccomandato, nel mondo serviranno tante siringhe quante saranno le dosi disponibili. L’UNICEF mira quindi a stoccare nei suoi magazzini 520 milioni di siringhe entro la fine dell’anno affinché, il momento venuto, possano essere inviate nei vari paesi.

«Per poter poi intervenire rapidamente, dobbiamo agire velocemente sin d’ora.»

Presupponendo che ci siano abbastanza dosi, l’anno prossimo l’UNICEF prevede di procurarsi oltre un miliardo di siringhe in più rispetto ai 620 milioni già necessari per i suoi programmi vaccinali contro malattie come il morbillo o il tifo.

«La campagna di vaccinazione globale contro il Covid-19 sarà una delle maggiori sfide della storia dell’umanità. Dovremo reagire alla stessa velocità con la quale saranno prodotte le dosi», ha spiegato Henrietta Fore, Direttrice generale dell’UNICEF. «Per poter poi intervenire rapidamente, dobbiamo agire velocemente sin d’ora. Entro la fine dell’anno, avremo stoccato mezzo miliardo di siringhe in luoghi dai quali potranno essere spedite in modo celere ed economico.»

Nel quadro della collaborazione pluriennale con l’UNICEF, la GAVI coprirà i costi per l’acquisto delle siringhe e dei contenitori per il loro smaltimento, materiale che sarà utilizzato per l’iniziativa COVAX (COVID-19 Vaccine Global Access Facility) e all’occorrenza per altre campagne di vaccinazione da essa finanziate.

Oltre alle siringhe, l’UNICEF procura cinque milioni di contenitori per lo smaltimento sicuro degli aghi al fine di ridurre i ferimenti accidentali e prevenire la trasmissione di malattie infettive.

Questo materiale può essere conservato per cinque anni, ma occorre considerare anche l’attesa per procurarselo: siringhe e contenitori vengono trasportati per nave, i vaccini, sensibili al calore, via aria. Oltre a guadagnare tempo prezioso, lo stoccaggio preventivo consente di togliere pressione ai mercati e di anticipare un eventuale picco della domanda quando il vaccino sarà disponibile.

Procurarsi siringhe e contenitori per lo smaltimento, garantire le catene del freddo

In qualità di principale coordinatore dell’approvvigionamento per la GAVI, l’UNICEF è già oggi il maggior acquirente di vaccini a livello globale e ogni anno mette a disposizione in cento paesi due miliardi di dosi per immunizzazioni di routine e in caso di epidemie. Procura inoltre vaccini per la metà dei bambini nel mondo e distribuisce seicento-ottocento milioni di siringhe.

«Negli ultimi vent’anni, abbiamo messo a disposizione vaccini urgenti e di importanza vitale a 822 milioni di bambini nei paesi più poveri», ha dichiarato Seth Berkley, Direttore della GAVI. «Ciò non sarebbe stato possibile senza il partenariato con l’UNICEF. La nostra collaborazione sarà fondamentale nel quadro dell’iniziativa COVAX.»

Per garantire che i farmaci siano trasportati e immagazzinati alla giusta temperatura, l’UNICEF verifica le catene del freddo e le capacità di stoccaggio, sia nel settore privato sia in quello pubblico, ed emana le necessarie direttive affinché i paesi possano ricevere i vaccini.

Già prima della pandemia di coronavirus, con il sostegno della GAVI e in collaborazione con l’OMS l’UNICEF aveva migliorato la catena del freddo degli istituti sanitari di molti paesi al fine di mantenere l’efficacia e la sicurezza dei vaccini durante il trasporto. Dal 2017, sono stati installati oltre 40 000 frigoriferi, anche a energia solare, soprattutto nel continente africano.

In molti paesi, l’UNICEF promuove il fotovoltaico nell’ambito dell’approvvigionamento. In Sud Sudan, lo Stato con la peggiore rete elettrica al mondo e dove le temperature superano spesso i 40 °C, ha dotato di frigoriferi solari oltre settecento centri sanitari, ossia la metà degli istituti del paese.

Da scaricare: materiale fotografico sul più grande magazzino di aiuti umanitari del mondo di Copenaghen e sull’impiego di siringhe e frigoriferi solari in un centro sanitario in Sud Sudan.

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