La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia compie trent’anni: grandi progressi, ma non per tutti i bambini

La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia ha contribuito a migliorare la vita dei minori in numerosi ambiti, tuttavia molti bambini sono ancora esclusi dai progressi. Lo rileva l’ultimo rapporto dell’UNICEF.

Cambodia 2018
© UNICEF/UN0222197/Brown

Da quando, trent’anni fa, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia sono stati compiuti passi da gigante per migliorare la vita dei bambini. La mortalità infantile tra i minori di cinque anni, ad esempio, è diminuita di circa il 60 per cento, mentre il tasso di bambini in età di scuola elementare non scolarizzati è sceso dal 18 all’8 per cento.

Nel rapporto «The Convention on the Rights of the Child at a Crossroads», l’UNICEF rileva tuttavia che non tutti beneficiano di questi progressi. Nei paesi a basso e a medio reddito, ad esempio, i bambini provenienti da famiglie povere corrono un rischio doppio di morire per cause evitabili prima del quinto compleanno rispetto a quelli provenienti da famiglie ricche.

«Negli ultimi tre decenni, sono stati ottenuti successi enormi per l’infanzia», ha dichiarato Henrietta Fore, Direttrice generale dell’UNICEF. «Sempre più bambini vivono meglio, più a lungo e più sani. Purtroppo, però, i più poveri e deboli continuano a non godere delle stesse opportunità.»

Il rapporto si china inoltre sulle minacce, vecchie e nuove, che incombono sull’infanzia, dalla miseria ai conflitti armati, fino alla stagnazione dei tassi di vaccinazione e ai cambiamenti climatici.