Ondata letale di coronavirus nell’Africa subsahariana

Dichiarazione di James Elder, portavoce dell’UNICEF, sulle drammatiche conseguenze per l’infanzia: «L’Africa subsahariana è in balìa di un’ondata letale di coronavirus che, con il tasso di riproduzione attuale, supererà in poche settimane le precedenti. Mentre varianti più contagiose si diffondono, la fornitura di vaccini nel continente procede a rilento e gli ospedali sono già al limite delle loro capacità.

© UNICEF/UN0421477/Wenga
  • In Uganda, tra marzo e giugno 2021 i casi di Covid-19 sono aumentati del 2800 per cento. La disponibilità di ossigeno nel paese è una questione di vita o di morte.
  • Nell’ultima settimana, il tasso di mortalità più elevato del continente si riscontra in Namibia, dove gli ospedali sono pieni e manca ossigeno. Secondo il Ministero della sanità, il paese accusa oltre mille nuovi casi di coronavirus e trenta decessi al giorno, numeri elevatissimi per uno Stato di 2,5 milioni di abitanti.
  • Anche nella Repubblica Democratica del Congo la situazione è drammatica, con tassi di vaccinazione molto bassi e infrastrutture sanitarie in pessime condizioni.
  • In Sudafrica, la terza ondata rischia di essere peggiore delle precedenti. Finora, su 57 milioni di abitanti solo 2,5 milioni hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. E si tratta perfino di uno dei tassi di vaccinazione più elevati in Africa.
  • A livello mondiale, finora sono state somministrate 2,7 miliardi di dosi, solo l’1,5 per cento però in Africa.

Le conseguenze per l’infanzia sono terribili.

  • I bambini perdono i genitori e i nonni che si occupano di loro.
  • L’UNICEF stima che nove milioni di bimbi nell’Africa orientale e meridionale non sono tornati a lezione dopo la riapertura delle scuole, che ora saranno nuovamente chiuse.
  • Isolamento, confinamento e perdita di reddito causano ai bambini paura e stress.
  • L’assistenza sanitaria è peggiorata: le visite prenatali, le vaccinazioni di routine e i trattamenti contro la malaria sono in calo, in alcuni paesi di oltre il 20 per cento.
  • Si stima che dall’inizio dell’anno 50 milioni di persone nell’Africa subsahariana siano sprofondate nella miseria. Il tasso di povertà tra i bambini continua ad aumentare. Le difficoltà senza precedenti che le famiglie devono affrontare sono all’origine di violenze e abusi di genere, gravidanze precoci e lavoro minorile.

L’UNICEF aiuta i governi, l’Organizzazione mondiale della sanità e altri partner ad affrontare la crisi del coronavirus e le sue ripercussioni sui bambini e sulle loro famiglie con l’adozione delle misure seguenti.

  • Approvvigionamento e fornitura di vaccini contro il Covid-19 per i paesi più poveri, in particolare per il personale sociosanitario
  • Rafforzamento del sistema sanitario e della catena del freddo, approvvigionamento di ossigeno
  • Collaborazione con le compagnie aeree per garantire la capacità di trasporto
  • Collaborazione con i governi per consentire ai bambini di non interrompere la formazione, e per fornire acqua e impianti sanitari alle scuole in tutto il continente
  • Negoziazione con istituti finanziari e donatori per aumentare i trasferimenti in denaro contante a sostegno delle famiglie più povere
  • Sostegno psicosociale per bambini e famiglie
  • Rafforzamento di forme assistenziali di comunità per proteggere i bambini da pratiche dannose, come i matrimoni precoci

Occorre tuttavia fare molto di più. I governi devono porre tra le priorità l’apertura delle scuole con concetti di sicurezza e igiene adeguati. Il miglior modo per combattere la pandemia è una distribuzione globale ed equa dei vaccini, così come dei mezzi di diagnosi e terapia.

Ne usciremo vincitori solo se gli Stati membri si impegnano a finanziare durevolmente l’iniziativa COVAX, a garantire l’accesso ai vaccini e a sostenere al contempo il potenziamento delle capacità di produzione del farmaco anche attraverso la sospensione dei brevetti e il trasferimento tecnologico.

Queste misure sono decisive, ma non cambieranno la situazione dall’oggi al domani. Nel frattempo, vanno messe a disposizione immediatamente tutte le dosi di vaccino in eccesso disponibili e stanziate le risorse finanziarie necessarie.»